Partiamo da una premessa: cos’è la comunicazione politica? Secondo alcuni anche una conversazione al bar potrebbe essere considerata come tale, perché perfino la semplice comunicazione interpersonale è da considerarsi politica. Secondo un’altra corrente di pensiero il raggio d’azione va, necessariamente, limitato: “Lo scambio ed il confronto dei contenuti di interesse pubblico politico prodotti dal sistema politico stesso, dal sistema dei mass-media e dal cittadino, non solamente nella sua veste di elettore” (da “La comunicazione politica”, di Giampiero Mazzoleni, Bologna, Il Mulino, 2004). Gli attori in gioco, soprattutto nel caso della seconda macrodefinizione, sono differenti: il sistema politico, il sistema dei mass-media ed il cittadino/elettore. Tre realtà che mai come oggi non presentano una distinzione netta a separarle, ma tendono sempre di più a sconfinare e confondersi l’una nell’altra.
I social media si sono trasformati in un ulteriore campo di studio, oltre che in un valido supporto: un megafono costantemente e globalmente accessibile. Twitter ha permesso, ad esempio, di esercitare la possibilità di un costante confronto dal vivo (il discorso di Obama di accettazione della candidatura ha scatenato 52.756 tweet al minuto). Ecco, quindi, che l’elettore è parte integrante di una narrazione, come sottolineato da Joe Rospars, capo della strategia digitale della campagna Obama: “A maggio 2012, ad esempio, Obama diventava il primo presidente – spiegano gli autori – ad invitare studenti e cittadini a creare un hashtag su Twitter: #DontDoubleMyRate, per fare pressione sui membri del Congresso contro l’aumento delle tasse universitarie”.
Communication solutions non dimentica che i social media ed il Web non devono essere l’unico canale di comunicazione o un paese delle meraviglie da conquistare tra like e retweet, bensì devono essere considerati un “ponte verso il territorio” da costruire e preservare, senza dimenticare il valore (fondamentale) dell’incontro vis a vis, della stretta di mano. La classe politica o un candidato, però, non possono esimersi dal controllo costante ed accurato di quello che riguarda o potrebbe riguardare il proprio partito, nome e la percezione dello stesso. Né tuttavia, possono limitarsi a monitorare senza cercare gli strumenti per incidere sulla massa critica, conquistare gli influencers, rassicurare la componente fidelizzata del proprio pubblico di elettori o convincere i potenziali elettori. Significa tutela del proprio nome e diffusione dello stesso, con evidenti conseguenze positive o negative. Ormai è impossibile, infatti, poter contare in maniera definitiva su un elettorato di sinistra o di destra: per mantenere o conquistare il consenso vanno elaborate con mesi di anticipo strategie di pubbliche relazioni e di gestione dell’immagine, capaci di essere coerenti e costanti nel tempo.
Partendo da un’analisi del contesto declinato in bacino elettorale, caratteristiche socio-economiche del territorio, clima politico, tipologia di consultazione (politica, amministrativa, referendaria), sondaggi, punti di forza e svantaggi del competitor, etc. e da una fase di ascolto del cliente (politici professionisti, candidati, partiti, organizzazioni sindacali, comitati referendari, organizzazioni rappresentative), procederemo all’ideazione di specifiche ed efficaci campagne di comunicazione elettorale. Nello specifico:
- Ideazione di claim e slogan;
- Realizzazione sito Internet, SEO, gestione ed analisi Insights dello stesso;
- Architettura e design manifesti, brochure, etc;
- Realizzazione pagine social, indicizzazione, gestione ed analisi Insights delle stesse;
- Campagne newsletter, web marketing (Social Article Marketing, Buzz Marketing, etc) ed ideazione strategie in grado di sorprendere un elettorato saturo ed ormai annoiato dalla “solita” comunicazione;
- Monitoraggio web reputation.